Con il termine SEO copywriting si intende l'attività di produzione di contenuti per il web gradevoli da leggere (in ottica Engagement) e soprattutto in linea con l'ottimizzazione compiuta dal SEO specialist, per ottenere un buon posizionamento complessivo della pagina web sui motori di ricerca.
Una strategia di SEO copywriting nel 2020 non può prescindere dalla conoscenza dell'evoluzione degli algoritmi di Google, i quali hanno intrapreso la direzione del web semantico e della prossimità al linguaggio naturale.
A differenza del copywriting "tradizionale", accanto alla creatività e alla forza del messaggio trasmesso, per un SEO copywriting di qualità (che sappia rendere onore al celeberrimo motto: "Content is King!") sono necessarie competenze tecniche SEO ben precise, senza le quali i contenuti creati risulterebbero fini a se stessi, appassionanti magari per l'utente finale, ma poco assimilabili dai motori di ricerca, e quindi accessibili soltanto da una cerchia ristretta di persone.
Un SEO copywriter professionista non deve limitarsi a infarcire ottusamente di keyword i suoi articoli (con il rischio, tra l'altro, di incappare in qualche penalizzazione da parte di Google, che ha peraltro abbandonato il mero concetto di parole chiave a favore di quello più complesso di topic), ma deve completare il suo lavoro, intervenendo sulla pagina web con la sistemazione di alcuni importantissimi "dettagli": i marcatori HTML.
In primo luogo, occorre ideare una title tag (usando i CMS: il titolo della pagina o dell'articolo) che riassuma l'argomento trattato e che contenga la keyword principale con cui si desidera ottimizzare la pagina, più eventuali keyword di supporto, inerenti a pagine con essa collegate dal punto di vista semantico. Per creare una title tag efficace, sarebbe bene effettuare un confronto con le scelte di potenziali competitor e ricavare i trend di ricerca con tool appositi, come lo Strumento di Pianificazione delle Parole Chiave di Google AdWords.
Quanto deve essere lunga la title tag?
Purtroppo, come dimostra uno splendido articolo postato sull'autorevole sito Moz.com, non esiste un numero magico di caratteri per realizzare una perfetta title tag. Genericamente, essendo volutamente imprecisi solo per dare al lettore dei riferimenti, si può dire che la lunghezza di una title tag si deve aggirare tra i 42 e i 68 caratteri (spazi inclusi!), con una best practice di assestare il numero dei caratteri a 55-58, per rendere la title adatta a tutti i contesti (SERP dei vari motori di ricerca, Google + e Social Network, Dispositivi Mobile), preservandone l'efficacia.
Immediatamente dopo la creazione della title, occorre creare una description tag esaustiva, giocando anche qui con le keyword scelte per l'ottimizzazione della pagina. Come per la title tag, pure per la description non esiste un numero magico di caratteri adatto a tutti i contesti: la lunghezza media di una description si assesta intorno ai 160 caratteri (spazi inclusi!) e le keyword con cui essa è creata possono ricalcare quelle usate per la title, oppure possono subire variazioni per abbracciare lo spettro di parole chiave più ampio possibile, comunque sempre all'interno di un dato insieme semantico.
Title e Description Tag sono i parametri che Google tiene in maggiore considerazione quando si trova a indicizzare una nuova pagina e la loro creazione rientra perciò nelle competenze di un SEO copywriter professionista, che in questo modo si differenza dai semplici web writer e blogger, che prestano attenzione solamente al contenuto visibile sulla pagina.
Quando si parla di headings (o heading tags) si fa riferimento alle istruzioni sul codice inerenti alla formattazione del contenuto prodotto, ovvero all'assegnazione del titolo principale (h1) del testo e dei titoli dei vari paragrafi in cui è suddiviso (h2, h3, h4...).
Per l'utente, il vero titolo della pagina non è la title tag, ma proprio l'h1: infatti, la title non fa parte del corpo del testo (il cosiddetto <body>) e non risalta immediatamente all'occhio come l'h1, che, invece, è proprio sulla pagina in una posizione di spicco ed è evidenziato di norma con una particolare formattazione grafica (ad esempio, grassetto e un font-size maggiore).
Va detto che in molti temi dei CMS (come WordPress) la title tag coincide con l'h1, cosicché l'heading principale della pagina web (l'h1, appunto) risulta automaticamente assegnato. Questo dato testimonia l'importanza altissima che riveste questo marcatore HTML nella produzione di contenuti per il web efficaci in ottica SEO.
Infatti, l'h1 permette agli spider di Google di farsi un'idea più approfondita del tema della pagina e all'utente di capire se il documento aperto corrisponde effettivamente alle aspettative. Di conseguenza, secondo una legge valida per le titolazioni di ogni testo, l'h1 deve essere conciso, interessante, pertinente e brillante. Ovviamente, deve nondimeno tener conto delle keyword selezionate per l'ottimizzazione della pagina, rinforzando le informazioni fornite a Google in title e description tag.
È un'ottima prassi quella di proseguire nell'assegnazione di headings, creando di seguito h2, h3, h4 e dividendo così il testo in paragrafi, per non appesantire la lettura. Attraverso una struttura ben precisa, si valorizza meglio anche il contenuto trasmesso. Leggere online è un'esperienza diversa dalla lettura su carta stampata: gli a capo, i paragrafi, gli elenchi (ordinati o meno), i grassetti e il corsivo sono delle risorse importantissime, e rivestono una grande importanza anche in ottica SEO.
Si può dire che ciò che balza all'occhio dell'utente, è sempre un'evidenza anche per gli spider di Google. Così, se si vuole indicizzare un documento per chiavi specifiche, bisogna prestare particolare attenzione anche alla formattazione del testo.
Un ulteriore aspetto che il SEO copywriter deve tenere in considerazione è l'inclusione nella pagina / post di immagini: queste devono essere possibilmente di ottima risoluzione e con un'elevata compressione, per evitare di dilatare il tempo di caricamento della pagina web che le contiene. Immagini di qualità e leggere allo stesso tempo rappresentano un plus per Google. Se rinominiamo esse in modo opportuno, sempre secondo una logica di keyword, prima di caricarle online, sicuramente non facciamo un errore.
Esiste poi un particolare tag che il SEO copywriter può usare per l'ottimizzazione. Tale "comando" è l'attributo alt= che permette di inserire un testo esplicativo di accompagnamento all'immagine caricata.
Secondo gli standard del World Wide Web Consortium (W3C) il tag alt= ha la duplice funzione di compensare la mancata visualizzazione di immagini (per diverse ragioni: restrizioni sul formato, impostazioni di browser e device...) con un testo esplicativo e ridurre l'handicap di non vedenti e ipovedenti nella navigazione online, raccontando loro cosa l'immagine rappresenta.
Tuttavia, in un'ottica sicuramente più pragmatica e meno nobile, gli alternative text sono usati per convogliare keyword agli spider Google. Sono, cioè, l'ennesimo marcatore utile per la SEO, un canale preferenziale per passare al motore di ricerca informazioni sul contenuto della pagina.
Un documento creato in questo modo è un ottimo connubio fra creatività e tecnica. Sicuramente non è sufficiente a far rankare la pagina nelle prime posizioni su Google, ma è una condizione nondimeno necessaria per una buona indicizzazione.
In un prossimo articolo, discuterò di altri aspetti inerenti al posizionamento on page, tra i quali il valore del linking interno, di un menu impostato correttamente e di una buona architettura globale del sito web (leggi: Architettura Sito Web: Alberatura dei Contenuti). Insomma, il SEO copywriting non è che l'incipit dell'attività di ottimizzazione. Ma un incipit decisamente di qualità, che può garantire anche molte chances di impiego a tanti umanisti, come il sottoscritto, desiderosi di trovare un settore in cui realizzare le proprie capacità.
...scegli altri approfondimenti!!!!!